Attualmente i migliori (e assai costosi) pannelli fotovoltaici hanno un'efficienza che arriva al massimo al 40%: il materiale semiconduttore viene colpito dai raggi solari, si muovono degli elettroni nel pannello e questo dà la differenza di potenziale tra le due facce delle celle.
A cambiare tutto sembrerebbe l'arrivo di Steven Novack, ricercatore degli Idaho National Laboratories (INL), con la sua scoperta. Un pannello fotovoltaico, economico, con un'efficienza dell'80%. Come può essere? La cella è formata da microantenne a forma di spirale che catturano gli infrarossi, radiazioni che vengono emesse in abbondanza dal sole e che sono presenti in minima quantità anche di notte.
Il materiale sarebbe piuttosto semplice da produrre, da qui la sua economicità, e sarebbe inoltre ripiegabile come un foglio, con un vantaggio notevole su trasporto e montaggio.
Ora, mentre catturare l'energia non è un problema, sorge l'ostacolo dell'utilizzabilità. Quella che resta imprigionata nelle celle è corrente alternata ad alta frequenza (10milioni MHz (contro i 50-60 Hz della corrente domestica!)): occorre convertirla in corrente continua immmagazzinabile in batterie.
Il team di Novack e Kotter sta lavorando all'utilizzo di un raddrizzatore o di un condensatore all'interno di ogni microantenna senza aumentare gli eventuali costi di produzione o l'efficienza dell'apparato.
Fiduciosi, all'INL comunicano che sono "distanti pochi anni dai pannelli fotovoltaici di nuova generazione".
Speriamo bene... altrimenti li definirei dei cazzari epocali.
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